ISSN 2785-4086
01/12/2023
Editoriale

Alcune riflessioni sulle comunità energetiche

Marco Merlo (*)

Il termine “Comunità Energetiche” è sempre più citato, a vari livelli, dai consessi scientifici a quelli politici a quelli sociali, fino ad arrivare alle chiacchiere al bar, risuonando quasi come una moda del momento.

Comunità energetiche: profili giuridici ed aspetti definitori

Maria Cristina Colombo (*)

Abstract: La decentralizzazione della produzione energetica è alla base della crescita delle figure dei prosumers e delle comunità energetiche. Queste ultime danno vita ad un nuovo modello di governance che scaturisce dal principio di sussidiarietà orizzontale dell’art. 118 della nostra Costituzione e rap presenta un modello di cittadinanza societaria. L’utente, da consumer, con un ruolo passivo, diventa prosumer, soggetto al tempo stesso produttore e cliente finale di energia elettrica. Ciò comporta un coinvolgimento degli enti locali e la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi, come si dirà nei paragrafi che seguono.

Comunità energetiche rinnovabili ai blocchi di partenza. Riflessioni sul quadro interno di attuazione

Enrico Giarmanà (*)

Abstract: Il passaggio dal regime transitorio di cui all’art. 42-bis del D.L. 162/2019 alla normativa che traspone le Direttive UE REDII e IEMD ha aperto la strada per nuovi scenari di sviluppo di una generazione distribuita di energia da fonti rinnovabili. Il quadro di recepimento interno, oramai in fase di completamento dopo la pubblicazione da parte di ARERA del Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD), consente oggi di valorizzare l’autoconsumo e la condivisione di energia rinnovabile tramite un variegato ventaglio di configurazioni, organizzando la produzione ed il consumo di energia in forma individuale e collettiva. L’ampliamento del perimetro di rete all’interno del quale sono ora riconosciuti gli effetti e i benefici associati all’autoconsumo in situ di energia rende più complessa la scelta della configurazione che più di tutte è in grado di rispondere ai bisogni dei partecipanti. A seconda della tipologia di iniziativa, le CER potrebbero non più costituire lo strumento più adatto nel caso di pluralità di soggetti interessati a condividere energia. In aggiunta, le deroghe al regime ordinario recentemente entrate in vigore hanno sensibilmente allargato l’ambito di azione delle CER, facendo sorgere ulteriori interrogativi in termini di compliance con la cornice europea. Il presente contributo prende di mira alcuni dei nodi interpretativi venuti fuori dal quadro di attuazione della normativa europea, soffermandosi in modo particolare sulle principali questioni che sembrano destinate a suscitare l’interesse degli interpreti della materia.

Comunità energetiche, le forme giuridiche consolidate dalla prassi

Ludovica Terenzi (*), Ilaria Careddu (**)

Abstract: Nonostante, ad oggi, si inizi ad accumulare parte del know-how tecnico e legale necessario per la costituzione e l’attivazione di forme di autoconsumo diffuso (e, più nello specifico, di comunità di energia rinnovabile) alcuni quesiti di natura giuridica continuano a rimanere senza risposta. I c.d. casi “pilota” di comunità di energia rinnovabile oggi presenti sono spesso caratterizzati dalla presenza di impianti di piccola taglia e, spesso, trainati e promossi dalla pubblica amministrazione (nella maggior parte dei casi dal comune di riferimento). L’elemento della territorialità e l’investimento di somme modeste hanno, dunque, caratterizzato i primi esperimenti di condivisione dell’energia. L’installazione frammentata e la produzione/condivisione legata ad impianti di piccola taglia non sono assolutamente in linea con il raggiungimento della riduzione delle emissioni nette del 55% entro il 2030. Come conseguenza delle modeste dimensioni, lo strumento maggiormente utilizzato dal punto di vista giuridico è stato, nella maggior parte dei casi, l’associazione non riconosciuta.

Comunità energetiche: prospettive di connessione con gli smart contracts

Michela Cinti (*)

Abstract: il presente articolo affronta la tematica delle prospettive di connessione tra comunità energetiche e tecnologie blockchain e smart contract. In un tale contesto, in cui si assiste alla nascita di nuovi organismi di sharing economy community ovvero energy community, grazie ad una politica volta ad incentivare non solo l’auto produzione di energia ma anche lo scambio della stessa, è essenziale esplorare tutte le soluzioni tecnologiche utili per la gestione di grandi quantitativi di dati e per lo scambio di transazioni in modo rapido. L’operazione richiede la valutazione di molteplici aspetti, non solo afferenti alla programmazione informatica ma anche giuridici. Tra questi ultimi, si può evidenziare l’aspetto della conformità alle disposizioni normative in materia di dati personali in modo da consentire all’operatore di affidarsi ad un sistema sicuro, affidabile ed al tempo stesso flessibile, in grado di adattarsi alla molteplicità dei casi reali.

Editoriale

Maria Agostina Cabiddu (*)

L’eccessiva durata dei processi costituisce una delle principali criticità del “sistema Italia”, con significative ricadute sotto il profilo della competitività, degli investimenti, del costo del debito e, più in generale, del grado di civiltà complessiva del Paese, posto che – secondo quanto affermato dal giudice delle leggi -, «[l]a ragionevole durata è un connotato identitario della giustizia del processo» (Corte costituzionale, sent. n. 74/2022).

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